Imputabilità.
Corte d’appello di Roma, sezione III penale, sentenza 20-27 settembre 2023 n. 10272 - Pres. B. Callari
In tema di imputabilità, l’assenza della capacità di volere può assumere rilevanza autonoma e decisiva, valorizzabile agli effetti del giudizio ai sensi degli articoli 85 e 88 Cp, anche in presenza di accertata capacità di intendere e di comprendere il disvalore sociale dell’azione delittuosa, ove sussistano le due concorrenti condizioni: a) che gli impulsi all’azione percepiti dall’agente come riprovevole siano di tale ampiezza e consistenza da vanificare la capacità di apprezzarne le conseguenze; b) che ricorra un nesso eziologico con la specifica condotta criminosa, per effetto del quale il fatto di reato sia causalmente determinato da quello specifico disturbo mentale. Ne consegue che l’esistenza di un impulso o di uno stimolo all’azione illecita non può essere di per sé considerata come causa da sola sufficiente a determinare un’azione incoerente con il sistema di valori di colui che la compia, essendo, invece, onere dell’interessato dimostrare il carattere cogente nel singolo caso dell’impulso stesso.
01-04-2024 14:05
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