Una piantina di marijuana in vaso nel terrazzo di casa. Per la Cassazione non è reato.
Corte di cassazione – sezione VI – Sentenza 26 settembre 2016 n.40030
Secondo il Gup, infatti, la percentuale di principio attivo era tale da garantire 12 dosi. Una quantità dalla quale si poteva desumere l'uso personale della sostanza, escludendo il rischio di una possibile diffusione o ampliamento della coltivazione. Per il Tribunale non era stato leso il bene giuridico tutelato.
Non è d'accordo l'accusa, secondo la quale sarebbe irrilevante la quantità di principio attivo ricavabile nell'immediatezza dalla pianta. L'offensività andrebbe valutata in prospettiva: in base al tipo botanico della pianta e alla sua attitudine, una volta giunta a maturazione, a produrre sostanza stupefacente. La Suprema corte e ricorda invece che, ai fini della punibilità, non rileva solo la quantità di principio attivo ricavabile dalle singole piante, ma anche l'estensione e il livello di strutturazione della coltivazione, per valutare se da questa può derivare una produzione potenzialmente idonea a incrementare il mercato. Nel caso esaminato di una sola pianta curata in un vaso posto in un'abitazione e in un contesto urbano, per i giudici la risposta è no.
27-09-2016 06:00
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