Distribuisce, per il consumo presso il servizio ristorazione di un'azienda ospedaliera catanese nel reparto di pediatria, sostanze alimentari insudiciate, ed in particolare confezioni di pane che presentavano nell'involucro morsi di topo. Il reato e' prescritto la Cassazione annulla senza rinvio.
Cassazione penale sez. III 02/04/2013 ( ud. 02/04/2013 , dep.08/05/2013 )
Numero: 19684
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE TERZA PENALE
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. SQUASSONI Claudia - Presidente -
Dott. LOMBARDI Alfredo M - rel. Consigliere -
Dott. GRILLO Renato - Consigliere -
Dott. AMORESANO Silvio - Consigliere -
Dott. MARINI Luigi - Consigliere -
ha pronunciato la seguente:
sentenza
sul ricorso proposto da:
B.G., nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza In data 21/12/2009 del Tribunale di Catania;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. Lombardi Alfredo
Maria;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore
generale Dott. VOLPE Giuseppe, che ha concluso chiedendo
l'annullamento senza rinvio della sentenza per prescrizione.
Fatto
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata il Tribunale di Catania ha affermato la colpevolezza di B.G. in ordine al reato di cui alla L. n. 283 del 1962, art. 5, lett. d), a lui ascritto perchè, quale legale rappresentante della "Siciliana A. S.r.l.", in concorso con altro, distribuiva per il consumo presso il servizio ristorazione dell'azienda ospedaliera reparto pediatria P.O.V. E. sostanze alimentari insudiciate, ed in particolare confezioni di pane che presentavano nell'involucro morsi di topo.
2. Avverso la sentenza ha proposto ricorso l'imputato, tramite il difensore, che la denuncia per mancanza e manifesta illogicità della motivazione.
Con l'unico mezzo di annullamento la difesa del ricorrente denuncia carenza di motivazione della sentenza con riferimento alle risultanze probatorie dalle quali era emerso che all'interno della società operava un responsabile della cucina, nella persona di tale M., ed un responsabile della qualità, nella persona di tale S., ai quali era demandato il compito di verificare l'idoneità dei cibi che uscivano dalla cucina per essere distribuiti nei reparti. La valutazione della ripartizione dei ruoli e delle responsabilità all'interno della società, ignorata dalla sentenza, avrebbe indotto ad escludere ogni responsabilità dell'imputato in ordine al fatto accertato. Peraltro, il pane veniva fornito alla cucina del nosocomio tre volte al giorno direttamente da un panificio esterno.
La sentenza è totalmente carente di motivazione su tali punti evidenziati dalla difesa dell'imputato.
Si deduce, infine, la prescrizione del reato.
Diritto
CONSIDERATO IN DIRITTO
1. La sentenza impugnata deve essere annullata senza rinvio per essere il reato estinto per prescrizione.
Dalla data di commissione del fatto ((OMISSIS)) è interamente decorso in data 02/04/2010 il termine di prescrizione di cui agli artt. 157 e 160 c.p. nella formulazione previgente all'entrata in vigore della L. n. 251 del 2005, più favorevole per l'imputato.
2. Per completezza di esame si osserva che non sussistono cause di inammissibilità del ricorso con riferimento alla manifesta infondatezza dei motivi di gravame.
Nella stessa imputazione, infatti, risulta indicata la presenza di un responsabile della qualità e dell'autocontrollo aziendale nella persona di tale S., sicchè il giudice di merito avrebbe dovuto verificare l'esistenza di una ripartizione di compiti o la delega di funzioni nell'ambito della compagine sociale con eventuale esonero da responsabilità del legale rappresentante, punto totalmente ignorato dalla motivazione della sentenza.
Un ulteriore accertamento sul punto è, però, precluso dalla intervenuta estinzione del reato.
PQM
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata per essere il reato estinto per prescrizione.
Così deciso in Roma, il 2 aprile 2013.
Depositato in Cancelleria il 8 maggio 2013
27-08-2014 22:49
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