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Sentenza

Maltrattamenti in famiglia: presupposti per la configurabilità. Necessita condotta abituale che si estrinsechi con più atti che determinano sofferenze fisiche o morali realizzate in momenti successivi, collegati da un nesso di abitualità ed avvinti nel loro svolgimento, da un'unica intenzione criminosa di ledere l'integrità fisica o morale del soggetto passivo, infliggendogli abitualmente, tali sofferenze.
Maltrattamenti in famiglia: presupposti per la configurabilità. Necessita condotta abituale che si estrinsechi con più atti che determinano sofferenze fisiche o morali realizzate in momenti successivi, collegati da un nesso di abitualità ed avvinti nel loro svolgimento, da un'unica intenzione criminosa di ledere l'integrità fisica o morale del soggetto passivo, infliggendogli abitualmente, tali sofferenze.
Tribunale Foggia, Sezione 1 penale, Sentenza 1 luglio 2013, n. 705
Ai fini della configurabilità del reato di maltrattamenti in famiglia la materialità del fatto deve consistere in una condotta abituale che si estrinsechi con più atti che determinano sofferenze fisiche o morali realizzate in momenti successivi, collegati da un nesso di abitualità ed avvinti nel loro svolgimento, da un'unica intenzione criminosa di ledere l'integrità fisica o morale del soggetto passivo, infliggendogli abitualmente, tali sofferenze. Al fine di ritenere provato l'elemento materiale del reato p. e p. dall'art. 572 c.p., non rilevano i singoli e sporadici episodi di percosse o lesioni, né un eventuale precedente specifico che può soltanto rilevare ai fini della valutazione della personalità dell'imputato agli effetti della determinazione della pena da infliggere.
Avv. Antonino Sugamele

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