Codice antimafia. Approvato dal Consiglio dei Ministri .
Via libera del Governo al 'Codice antimafia'
Il provvedimento approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri contiene un corpus unico di norme per rendere più incisiva la lotta alla criminalità organizzata. Maroni: «Un'ottima sintesi e uno strumento nuovo e richiesto da tempo dalla magistratura e dagli operatori»
Più poteri ai prefetti e una Banca dati nazionale presso il ministero dell'Interno per agevolare l'assegnazione degli appalti pubblici. È quanto contenuto nel Libro terzo del Codice antimafia varato oggi dal Consiglio dei Ministri. Un testo, ha spiegato il ministro dell'Interno Roberto Maroni, durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi, alla presenza del presidente Silvio Berlusconi, «frutto della collaborazione tra ministero della Giustizia e ministero dell'Interno, con il quale abbiamo realizzato un ottimo risultato in termini di qualità e di efficacia delle norme».
Il decreto legislativo contenente il 'Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia', approvato dal Governo, è suddiviso in cinque libri: 1) La criminalità organizzata di tipo mafioso; 2) Le misure di prevenzione; 3) La documentazione antimafia; 4) Le attività informative ed investigative nella lotta contro la criminalità organizzata. L'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata; 5) Modifiche al codice penale e alla legislazione penale complementare. Abrogazioni. Disposizioni transitorie e di coordinamento. Il nuovo codice, che passerà ora al vaglio del Parlamento, punta a riordinare e razionalizzare la legislazione antimafia, con l'obiettivo di rendere più incisiva la lotta alla criminalità organizzata.
«Ci pare e mi pare – ha osservato Maroni - un'ottima sintesi e uno strumento nuovo e richiesto da tempo dalla magistratura e dagli operatori. Ora il Parlamento avrà 60 giorni e contiamo di portarlo per la stesura definitiva prima dei 60 giorni e della pausa estiva».
«Il Libro Terzo – ha precisato il titolare del Viminale - si occupa di documentazione antimafia: abbiamo introdotto un'importante innovazione per garantire maggiore efficacia al controllo da parte dei prefetti: potranno desumere elementi sulle attività delle aziende così da rendere più sicuri gli appalti pubblici».
«Assieme a questo – ha aggiunto - viene istituita una ‘Banca dati nazionale unica presso il ministero dell'Interno che raccoglierà tutta la documentazione antimafia». Tutto questo produrrà «maggiore celerità nella procedura dell'aggiudicazione degli appalti».
Il Governo dà così attuazione alle deleghe contenute nel Piano Straordinario Antimafia (legge 13 agosto 2010), approvato all'unanimità dal parlamento. La legge prevede infatti l'emanazione di un Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, «con il precipuo compito di effettuare una completa ricognizione delle norme antimafia di natura penale, processuale e amministrativa, nonché la loro armonizzazione e il coordinamento anche con la nuova disciplina dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata». La stessa legge ha, inoltre, delegato il Governo all'adozione di un decreto legislativo per la modifica e l'integrazione della disciplina in materia di documentazione antimafia.
Sull'impegno del governo nella lotta alla mafia le cifre parlano da sole, ha concluso il Ministro: catturati 32 latitanti di massima pericolosità, sottratti alla mafia 46.598 beni per un valore di 21.528 milioni di euro.
07-07-2011 00:00
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