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Sentenza

 Risponde di omicidio volontario l'esperto di boxe che prende a pugni un uomo e ne provoca la morte
Risponde di omicidio volontario l'esperto di boxe che prende a pugni un uomo e ne provoca la morte
Cass. pen., sez. I, ud. 10 gennaio 2025 (dep. 26 marzo 2025), n. 11985

L'episodio, risalente a quasi quattro anni fa e conclusosi con un epilogo tragico, nasce da uno scambio di provocazioni verbali a cui fa seguito una colluttazione. L'uomo, poi condannato, a fronte di un presunto gesto provocatorio, sferrava più pugni al volto della persona offesa, la quale, cadendo a terra, moriva per emorragia encefalica. Secondo i giudici di merito la condotta integrava il delitto di omicidio volontario, aggravato dai futili motivi e dall'aver commesso il fatto attraverso l'uso di tecniche di combattimento tali da ostacolare la privata difesa.

Con ricorso per cassazione, tuttavia, la difesa sosteneva l'erronea qualificazione del fatto, il quale doveva essere derubricato in omicidio preterintenzionale, connotato da dolo di percosse e lesioni. In questa ottica, quindi, il legale richiamava, innanzitutto, le dichiarazioni del ricorrente, da cui «emerge che la sua condotta non era diretta ad uccidere, avendo egli colpito con soli quattro pugni la vittima, nei confronti della quale non nutriva alcun pregresso sentimento di ostilità, ma consisteva in una mera reazione ad un atteggiamento provocatorio posto in essere dalla vittima».
Avv. Antonino Sugamele

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