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Sentenza

3 napoletani si spostano dalla loro città a Firenze con una macchina e due scooter mettendosi alla ricerca di un ben determinato target di automobilista, individuato in base alla tipologia di autovettura condotta (Suv di lusso), per rapinarlo dell'orologio.
3 napoletani si spostano dalla loro città a Firenze con una macchina e due scooter mettendosi alla ricerca di un ben determinato target di automobilista, individuato in base alla tipologia di autovettura condotta (Suv di lusso), per rapinarlo dell'orologio.
Ufficio Indagini preliminari    Firenze  21/01/2015 ( ud. 15/01/2015 , dep.21/01/2015 ) Numero:    102
                         REPUBBLICA ITALIANA
                       IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
                        TRIBUNALE DI FIRENZE
                  Ufficio del giudice per le indagini preliminari
    Il giudice per le indagini preliminari, dott. Matteo Zanobini, il 15.1.2015,
    all'esito del giudizio abbreviato, ha pronunciato la seguente
                           SENTENZA
    nei confronti di:
    1) S.D. nato a N. in data (omissis...), attualmente detenuto per questa causa
       agli arresti domiciliari con applicazione di braccialetto elettronico a norma
       dell'art. 275 bis c.p.p. presso l'abitazione della madre V.D.D. posta in N., vico (omissis...),
       - assente per rinuncia - difeso di fiducia dagli avv. Rocco Curcio del Foro di Napoli e
       Avv Carmen Capoccia del foro di Firenze
    2) A.G., nato il (omissis...) a N., ivi residente in via (omissis...) attualmente detenuto per
       questa causa presso la casa circondariale di Poggioreale, - presente - difeso di fiducia
       dall'avv. Carmen Capoccia, del foro di Napoli;
    3) B.G., nato il (omissis...) a N., ivi residente in vico (omissis...) in atto detenuto in regime
       di arresti domiciliari con applicazione di braccialetto elettronico - assente per rinuncia -
       difeso di fiducia dall'avv. Carmen Capoccia, del foro di Napoli
                           IMPUTATI
    Tutti:
    a) del reato di cui agli art. 110, e 628, 1 e III comma perché, in concorso tra loro, con
       violenza consistita nella effrazione del finestrino del veicolo di M.G. e con la minaccia
       costituita dall'ostentare la detenzione di una pistola in mano e quindi pronta all'uso,
       si impossessavano di un orologio Rolex Daytona obbligando il M. a consegnarglielo per poi
       darsi tutti alla fuga a bordo di due scooter. Fatto aggravato perché commesso in tre
       persone riunite di cui una armata e con volto travisato. Con la recidiva, specifica,
       reiterata ed infraquinquennale per A. e S.. Con la recidiva, specifica, reiterata per B..
    In Firenze il 14.5.14
    S.:
    b) del reato p.p. dagli artt. 337 e 61 n. 2 c.p) perché opponeva resistenza ai Poliziotti
       intervenuti dopo il fatto indicato sub a) e che gli avevano intimato l'alt mentre era a bordo
       di un ciclomotore Kymco People e ciò dandosi alla fuga alla guida di detti ciclomotore
       salendo su marciapiedi e percorrendoli a forte velocità, percorrendo strade contromano e
       quindi con manovre pericolose per sé, per i poliziotti inseguitori e per i passanti.
       Fatto aggravato perché commesso al fine di assicurarsi l'impunità del reato indicato
       sub a). Entrambi i fatti con la recidiva, specifica, reiterata ed infraquinquennale.
    Fatti tutti commessi in Firenze il 14.5.14


    Fatto
    SVOLGIMENTO DEL PROCESSO e MOTIVI DELLA DECISIONE

    Gli atti utilizzabili per la decisione del presente giudizio abbreviato forniscono la prova piena, oltre ogni ragionevole dubbio, della fondatezza dell'ipotesi accusatoria e della responsabilità penale concorrente dei tre imputati per il delitto di rapina aggravata loro ascritto al capo A) della rubrica e per la resistenza a pubblico ufficiale contestata al solo S. al capo B).

    Ed invero con denuncia querela 14.5.2014 M.G. riferiva al personale della Squadra Mobile della Questura di Firenze le modalità della rapina di cui era rimasto vittima poco prima, testualmente dichiarando: "Quest'oggi, circa a mezzogiorno, sono stato rapinato del mio Rolex mentre mi trovavo a bordo della mia auto. In particolare, dopo essere stato alla palestra Virgin situata nel nuovo complesso commerciale di "San Donato", sono salito a bordo della mia Range Rover Sport di colore "Firenze Red"(rosso bordeaux)(omissis...), via (omissis...), via (omissis...). In viale (omissis...), mi sono fermato al semaforo rosso situato all'angolo con via di san Leonardo, quello proprio di fronte allo chalet Fontana. In quel frangente un uomo mi ha affiancato a piedi dal lato dello sportello di guida: l'uomo deve aver prima provato ad aprire lo sportello, in quanto ho sentito il rumore della maniglia. Poi, visto che era chiuso, impugnando a due mani una pistola che credo fosse stata di tipo semiautomatica, me l'ha puntata contro ed ha urlato di aprire. La particolare rapidità della scena mi ha sorpreso e sono rimasto per un attimo sbalordito e fermo. L'uomo ha iniziato quindi a sbattere il calcio della pistola nel finestrino fino a che lo stesso non si è rotto, senza però staccarsi dallo sportello. Credendo che mi volesse rapinare l'auto, ho aperto lo sportello per scendere, ma a quel punto l'uomo. continuando a tenermi sotto mira con la pistola, mi ha detto di dargli l'orologio. Mi sono quindi sfilato l'orologio senza scendere e gliel'ho consegnato. L'uomo si è diretto velocemente dietro all'auto ed è salito sopra uno scooter di colore bianco, dove lo aspettava un secondo uomo che già si trovava alla guida; poi sono ripartiti in direzione di Porta Romana. Descrivo l'uomo che mi ha rapinato con la pistola, come una persona giovane e comunque non più vecchia di 30 anni, alta circa mi. 1.74/5, che indossava occhiali scuri e qualcosa di scuro (forse un foulard o una bandana) che gli occultava il volto fino all'altezza del naso. Non so ricordare se avesse un casco, ma se lo aveva era uno di quelli aperti, in quanto, seppur parzialmente coperto, gli si vedeva il viso. Ricordo che era vestito di scuro, ma non rammento altri particolari, se non che aveva un accento spiccatamente campano. Dico questo e ne sono sicuro in quanto di lavoro faccio il commerciante di ortofrutta, ed ho spesso a che fare con napoletani... L'orologio che mi è stato rapinalo, un Rolex Daytona con quadrante nero e cinturino in acciaio a maglie, ha un valore di circa 9. 000 €: dello stesso, forse, conservo ancora la garanzia con il numero di serie, che mi riservo di comunicarvi ad integrazione della presente denuncia." (cfr. denuncia querela in atti).

    Il personale della Squadra Mobile della Questura di Firenze, nel verbale di fermo operato alle ore (omissis...). del 14 maggio 2014, in Via (omissis...) a Firenze, dava atto che "... alle ore (omissis...). circa in Viale (omissis...) il Signor M.G. subiva una rapina da parte di alcune persone armate di pistola. In estrema sintesi mentre l'uomo era fermo al semaforo prospiciente lo CHALET FONTANA veniva avvicinato da un uomo a piedi, col volto travisato, che, c. 1 calcio di una pistola impugnata a due mani, batteva al cristallo della portiera anteriore lato passeggero intimando di aprire. Il M. ubbidiva e, sempre dietro le minacce, scandite con accento N., consegnava al malfattore l'orologio che aveva la polso, un ROLEX DAYTONA in acciaio dal valore commerciale di circa 9.000,00 € Dopo la rapina l'autore saliva a bordo di uno scooter bianco, condotto da un complice, che si allontanava per i Viali in direzione Porta Romana. La vicenda veniva osservata da G.E. che chiamava in N.U.E. il quale inviava sul posto un equipaggio della radiomobile. Una volta terminato l'intervento la centrale operativa dei carabinieri veicolava la notizia a quella della polizia che, a sua volta, diramava le ricerche alle pattuglie sul territorio. Alle ore (omissis...). circa una pattuglia in Via Mariti incrociava un HONDA SH di colore bianco che viaggiava nell'opposto senso di marcia. L'attenzione degli operatori veniva attirata dal fatto che le persone indossavano abiti abbastanza pesanti, ed in particolare un qualcosa attorno al collo e alla parte bassa del volto, come un paracollo o una sciarpa, e il fatto che il veicolo non avesse il bauletto posteriore, il cui uso è praticamente indispensabile per riporre il casco mentre è d'intralcio a chi deve salire e scendere velocemente dal veicolo. I due passeggeri vestivano con abiti scuri e caschi neri. Una volta che l'equipaggio aveva invertito la marcia perdeva il contatto visivo c. 1 mezzo. Del fatto venivano informati gli altri equipaggi della quarta sezione della squadra mobile che si disponevano secondo il reticolo concordato in precedenti occasioni. Qualche momento dopo una pattuglia motomontata, in Viale (omissis...), notava il veicolo che viaggiava appaiato ad un altro scooter KIMKO PEOPLE con una sola persona a bordo. Iniziava il pedinamento. due veicoli imboccavano Via (omissis...) e percorrevano, sempre affiancati o comunque a breve distanza, Piazza (omissis...), Via (omissis...) e svoltava in Via (omissis...) dove, nel flusso del traffico, era presente un RANGE ROVER SPORT di colore bianco. I due veicoli rallentavano e si affiancavano al veicolo. In questo frangente le persone si guardavano particolarmente attorno tanto che si rendevano conto della pattuglia che, in attesa delle altre, li aveva seguiti. I conducenti dei veicoli iniziavano a fuggire nonostante la pattuglia gli intimasse l'alt mostrando distintamente il segnale distintivo (cd paletta). Entrambi i veicoli fuggivano rientrando in Via Maragliano in direzione centro, svoltavano in Via (omissis...) contromano e, infine, imboccavano Viale (omissis...) dividendosi. Il KIMKO PEOPLE svoltava a destra, in direzione periferia, seguito dall'equipaggio moto montato. Poi imboccava Via Doni percorrendo il marciapiede ad altissima velocità, coi passanti che si dovevano scansare per non essere travolti, nuovamente Via (omissis...) e Via (omissis...). Quando il conducente svoltava in Via Monteverdi, imboccandola contromano, perdeva il controllo del mezzo cadendo a terra. In questo frangente il conducente veniva raggiunto, bloccato ed identificato in S.D.. A seguito della caduta l'uomo non riportava lesioni visibili e rifiutava le cure mediche. Il veicolo, targato (omissis...) non risultava da ricercare quale provento di furto. Come già detto quando i due veicoli in fuga si erano divisi il KIMKO aveva imboccato Viale (omissis...) in direzione periferia mentre l'HONDA SH aveva imboccato lo stesso Viale, ma in direzione centro. Quest'ultimo veicolo veniva intercettato dalla prima pattuglia automontata quando impegnava, a velocità folle, l'incrocio con Via (omissis...) tanto che l'autista del veicolo doveva schivarlo per evitare l'urto che avrebbe avuto conseguenza infauste per i passeggeri dello scooter. Il successivo inseguimento durava pochi attimi, ovvero fino a quando il motoveicolo non imboccava Viale (omissis...) contromano, e il normale flusso dei veicoli bloccava l'auto inseguitrice. Stante le circostanze gli inseguitori riuscivano a leggere la targa (omissis...), anch'essa intestata alla stessa persona intestataria dell'altro veicolo. Sulla scorta degli elementi conosciuti venivano osservate le registrazioni del sistema di sicurezza urbana del Comune di Firenze, ricostruendo l'intera vicenda dal momento di avvicinamento della vittima della rapina, del successivo allontanamento dopo la commissione del reato e parte della fuga a seguito dell'inseguimento da parte delle pattuglie della quarta sezione della squadra mobile... ".

    Risultava dunque che, per alcuni minuti, quelli immediatamente precedenti alla rapina, il Range Rover del M. procedesse seguito da due scooter, un'Honda SH bianco con una persona a bordo ed un Kimko People, con 2 persone a bordo; attraverso le telecamere cittadine di piazza (omissis...) si aveva infatti modo di notare i due scooter che viaggiavano affiancati e di conserva, fino alle ore (omissis...)., nel momento in cui si stavano immettendo nella strada che dalla piazza Porta Romana porta verso il viale (omissis...), dove, pochi minuti più tardi, intorno alle 12,00 circa, si era consumata la rapina (cfr. pagg. 3,4 e 5 dell'informativa della Questura).

    G.E., testimone oculare della rapina ai danni del M., riferiva che lo scooter Honda con le due persone a bordo, compiuto il fatto, tornava indietro, verso porta Romana dove, effettivamente, le telecamere lo riprendevano, dapprima nella piazza (omissis...), quindi, alle 12.03, in p.zza (omissis...); le due moto venivano riprese a pochi secondi di distanza l'una dall'altra, anche se emergeva che gli utilizzatori avessero fatto un cambio di equipaggio, visto che a quel momento sull'Honda c'era una persona sola, mentre a bordo del Kimko ve ne erano due. Dalle immagini era possibile distinguere chiaramente il casco indossato dal conducente dell'Honda in quanto recante una iridescenza longitudinale, la stessa che, all'atto del fermo, verrà constatato avere il casco indossato dal S. (cfr verbale di sequestro, in cui si dà atto che esso è nero con righe longitudinali dorate; cfr. altresì fascicolo fotografico del fermato).

    Quando venivano nuovamente ripresi dal sistema delle telecamere di sicurezza cittadine, intorno alle 13.00, le due moto procedevano nuovamente affiancate; gli occupanti dei mezzi, sempre tre, si erano però nuovamente cambiati di posto (a bordo del Kimko c'era, a questo punto, una persona sola, indossante il casco riconosciuto sulla base delle riprese, con la banda iridescente, oltre che con una maglietta bianca che fuoriusciva dal giubbotto, portata dal S. all'atto del fermo) e, ancora una volta, stavano seguendo una Range Rover, senza tuttavia poter portare a compimento un secondo colpo perché, accortisi della presenza delle forze dell'ordine, erano immediatamente fuggiti.

    In sede di interrogatorio di convalida S. si avvaleva della facoltà di non rispondere, condotta mantenuta nel corso dell'intero procedimento.

    Il 14 maggio 2014, alle ore (omissis...)., veniva rintracciato e sequestrato l'Honda SH targato (omissis...) utilizzato dai concorrenti del S. nella commissione della rapina.

    Entrambi i mezzi, sia il Kimko che l'Honda, sono risultati essere intestati alla stessa persona, tal D.G., N., pregiudicato, titolare (almeno formale, come intestatario) di ben nove veicoli. Lo scooter Honda SH, che grazie alle telecamere di vigilanza urbana era stato "visto" fino a che non aveva svoltato in via Alamanni, veniva trovato regolarmente posteggiato in via (omissis...) (si accerterà poi che esso era passato con due persone a bordo davanti alla telecamera posizionata in corrispondenza della farmacia di via (omissis...), assai vicina al luogo del ritrovamento, alle ore (omissis...)).

    Attaccati al mezzo erano stati trovati due caschi e, al suo interno, veniva rinvenuta una punta da trapano parzialmente ricoperta con carta adesiva e un foglio di carta di colore marrone simile a quello utilizzato durante la rapina per nascondere la targa.

    Il tutto veniva sequestrato e inviato alla scientifica per l'esecuzione dei rilievi tecnici irripetibili volti ad evidenziare eventuali impronte.

    Con nota del 18 settembre 2014 la pg segnalava l'esaltazione di un frammento di impronta papillare nella visiera interna di uno dei due caschi; la successiva comparazione con le impronte presenti nella banca dati permetteva, in termini di certezza processuale, di ricondurre l'impronta al dito indice della mano sinistra di B.G. (per presenza di oltre 16 punti caratteristici uguali per forma e posizione tra il frammento e l'impronta dell'indagato, disponibile avendo il prevenuto molteplici precedenti penali con arresti e detenzione in carcere).

    Dall'analisi del traffico telefonico sostenuto il giorno della rapina dall'utenza (omissis...), trovata in possesso di S.D., si aveva modo di accertare che a partire dalle ore (omissis...), del 14 maggio 2014, quando cioè l'imputato, dopo la rocambolesca fuga e la caduta, era stato fermato dalla pg, sull'utenza del giovane erano arrivate moltissime chiamate provenienti dall'utenza (omissis...) intestata a N.C., persona incensurata e che, dalle analisi poi svolte, non risulterebbe avere contatti con gli indagati, di fatto in uso al B.; tra le ore (omissis...), e le ore (omissis...), si contavano 5 chiamate senza risposta verso l'utenza in uso al S. (in tale arco temporale l'utenza chiamante occupava la cella di via (omissis...), strada in cui la moto veniva ripresa per l'ultima volta dalla telecamere cittadine, prima di arrivare in via della Scala, strada adiacente, dove verrà parcheggiata), tra le ore (omissis...), e le ore (omissis...), se ne contavano altre 11 (nel frattempo le celle interessate erano quelle del centro cittadino, così fornendo la prova che colui che deteneva il telefono e lo usava per cercare di mettersi in contatto con il complice si stava muovendo, andando verso la parte sud della città, fino a arrivare ai viali di circonvallazione, per la precisione viale Giovine Italia); tra le ore (omissis...), e le ore (omissis...), sull'utenza in uso a S. giungevano altre 31 telefonate (in tale arco di tempo le celle interessate dall'utenza chiamante erano quelle della zona dello stadio, poi della stazione, poi di nuovo della zona di Firenze sud, per poi impegnare celle di luoghi posti nella direttrice Firenze- Roma - Napoli, a significare che il possessore dell'utenza ad un certo punto era partito verso il capoluogo campano.

    L'analisi dei tabulati relativi all'utenza (omissis...), che così a lungo aveva cercato di mettersi in contatto con l'utenza. (omissis...) in uso al S. (prima di quel giorno mai risultano esservi stati contatti tra le due utenze), faceva emergere come il suo usuario, oltre a tentare disperatamente di avere notizie del giovane, impossibilitato a rispondere perché fermato dal personale della Questura, dopo le prime 12 telefonate, aveva cercato di contattare -anche in questo caso in maniera senza successo (si tratta di molte diecine di telefonate tra le ore (omissis...), e le ore (omissis...)) l'utenza (omissis...), che risulterà intestata a Z.A., una giovane donna abitante a Napoli, convivente di B.G.; l'analisi dei tabulati permetteva ancora di appurare come ulteriori chiamate fossero state fatte verso due utenze che, a seguito delle perquisizioni effettuate il 2.7.14, si appurerà essere nella disponibilità della madre e della sorella dell'imputato B.G..

    La pg procedente acquisiva quindi la fotografia di B.G. ponendola a confronto con la foto estrapolata dal filmato fatto dalla telecamera di sicurezza posta davanti alla farmacia di via (omissis...), a pochi metri dal luogo in cui lo scooter Honda dei fuggitivi era stato abbandonato; la grande somiglianza tra l'imputato B. e la persona ritratta nella sequenza (cfr pag 16 della nota di Pg del 29.8.14), e indossante abiti scuri e invernali, simili a quelli descritti dai testimoni della rapina, è evidente e rilevabile ad occhio nudo senza tema di errore e troverà poi ulteriore conforto nella già rammentata rilevazione di una impronta papillare all'interno della visiera di uno dei due caschi rinvenuti sul mezzo sequestrato, utilizzato in occasione della rapina.

    L'analisi dei tabulati relativi all'utenza (omissis...) in uso al S. per il periodo precedente alla rapina faceva emergere altri dati di particolare interesse; intanto si accertava che sino alle ore (omissis...), della notte tra il 13 e il 14 maggio il S. si trovasse a Napoli, mettendosi in movimento soltanto a seguito della ricezione di un Sms, visto che una telefonata ricevuta alle ore (omissis...), lo colloca nella zona di Viterbo mentre alle ore (omissis...), un'altra telefonata indica che fosse già arrivato a Firenze.

    Sempre dai tabulati emerge che tra le ore (omissis...), e le ore (omissis...), vi erano stati ben 6 contatti telefonici con l'utenza (omissis...) intestata ad A.G., un giovane con svariati precedenti penali e pendenze anche per rapina, arrestato in flagranza di una rapina di un Rolex il 27 febbraio 2014, nell'ambito di un procedimento in cui erano coinvolti anche B.G. e il fratello di S.D., S.; la circostanza che detti contatti tra le due utenze intervenissero nel territorio di Firenze agganciando celle tra loro contigue fa ragionevolmente ipotizzare che i due imputati viaggiassero in coppia e si telefonassero solo quando si perdevano di vista.

    Venivano infine svolti accertamenti sui tabulati relativi all'utenza (omissis...) in uso all'A., sviluppandoli e ponendoli a confronto con quelli delle utenze del S. e del B.; anche le altre due utenze risultavano agganciare celle del capoluogo partenopeo intorno alle ore (omissis...), della notte tra il 13 e il 14 per poi muoversi, a partire da quel momento, come quella del S., in direzione Firenze, non prima però di avere fatto, poco prima delle 5 del mattino, una sosta a Roma.

    Dunque è logicamente provato che i tre imputati avessero viaggiato insieme quella notte, su una stessa auto, in direzione di Firenze.

    Di particolare interesse investigativo è stata la comparazione delle celle agganciate dall'utenza (omissis...) dell'A. con quelle relative all'utenza (omissis...), intestata a tale C.E., autotrasportatore residente a N. che nella prospettiva accusatoria avrebbe aiutato gli imputati a raggiungere il capoluogo toscana con gli scooter poi sequestrati; invero a chiamare era l'utenza intestata all'A. e le prime telefonate avvenivano quando questi si trovava ancora a Napoli mentre l'utilizzatore dell'altra utenza si trovava a Roma; i contatti tra le due utenze vi saranno anche durante il tragitto degli imputati tra Napoli e Roma, sino a che, alle 5,04, le due utenze hanno occupato le stesse celle, all'evidenza essendo avvenuto l'incontro concordato; nel prosieguo della mattinata i primi dati provenienti sempre dalle celle impegnate, erano delle ore (omissis...), allorchè i due telefoni risultavano entrambi sulla Al, direzione Firenze, ancorchè non vicini; i successivi contatti portavano a Firenze quando, alle 8,47 i due telefoni, ed evidentemente i mezzi sui quali viaggiavano separatamente, venivano indicati dalle celle essere uno, quello dell'A., in Viale D.M., e l'altro, quello del soggetto romano, non lontano dal primo, ma nella zona tra via (omissis...) e p.za (omissis...).

    Come compiutamente riportato dal giudice della cautela nella sua ordinanza di custodia cautelare il 16.7.14 è stata eseguita una perquisizione presso l'abitazione di C.E.; successivamente sono stati escussi tanto C., che ha comunque riferito che l'utenza nr. (omissis...) è di sua pertinenza quanto il nipote P.A., che lo coadiuva nell'attività di autotrasportatore, al nero, per mezzo di un furgone (omissis...) In tale sede entrambi hanno negato di essersi recati a Firenze negli ultimi mesi per effettuare un trasporto ma poi, dopo circa mezz'ora dalla conclusione dell'atto, pensandogli meglio, sono ritornati in Questura per affermare che in realtà erano stati avvicinati da un certo S. (descritto come di circa 18 anni, alto 1,60, e che viaggiava su una Micra bianca) e dopo accordi con lui avevano caricato sul furgone, a Napoli, un primo scooter, ne avevano poi caricato un secondo, a Roma, per poi andare a Firenze e qui consegnare a S. entrambi gli scooter, in zona viali (versione all'evidenza di comodo, non potendo smentire le tracce lasciate dall'utenza mobile in possesso del C., tale tuttavia da non chiamare in reità gli imputati, facendo riferimento ad un soggetto di fantasia del quale non venivano fornite indicazioni utili per la sua identificazione).

    La pg ha altresì evidenziato come nel corso della mattinata delle rapina le tre utenze si trovassero ad occupare le stesse celle, o celle vicine, percorrendo la zona dei viali di circonvallazione della città, avanti e indietro, all'evidenza chiamandosi quando si distanziavano perdendosi di vista (cfr a tale proposito le pagg 22-25 della nota di pg del 29.8.14, e i tabulati ivi riportati); dopo le 11,32 del mattino, momento in cui i telefoni occupavano le stesse celle, segno che i mezzi e i loro occupanti erano insieme, e avevano individuato la possibile vittima, e fino alle 12,35, e quindi fino a mezz'ora dopo la rapina, le tre utenze non avevano più generato traffico telefonico.

    Anche per la posizione A. la pg, avuta certezza del suo coinvolgimento nella rapina, così come aveva fatto per il B., acquisiva la fotografia del predetto e la metteva a confronto con la foto (come l'altra di buona qualità e utile per il confronto) estrapolata dal filmato fatto dalla telecamera di sicurezza posta davanti alla farmacia di via (omissis...), a pochi metri quindi dal luogo in cui lo scooter Honda dei fuggitivi era stato ritrovato; anche in questo caso la somiglianza tra l'A. e la persona ritratta nella sequenza (cfr pag 16 della nota di Pg del 29.8.14), e indossante un giubbotto scuro, nell'atto di toglierlo, è chiara e rilevabile ad occhio nudo anche da questo giudicante (come peraltro già indicato dal giudice della cautela che, in prima battuta, ha operato il raffronto visivo.

    Sempre dall'analisi dei tabulati (questa volta sull'utenza (omissis...) in uso al B.), sono emersi i contatti intervenuti, nei giorni immediatamente successivi alla rapina, verso le utenze riconducibili alla concessionaria Car spa, con sede a F. e verso una ditta di carroattrezzi di Firenze; in data 16.5.14 un uomo con accento campano aveva chiamato sia la concessionaria che la ditta di carroattrezzi affermando di aver smarrito la chiave dell'auto della madre e chiedendo il loro intervento per la rimozione ed il ricovero della stessa; l'uomo aveva quindi inviato via fax la fotocopia del documento di C.F. (che si accerterà essere la madre del B.G.) dando indicazioni su dove reperire l'auto, che veniva effettivamente trovata parcheggiata nel viale (omissis...) dove, come si è in precedenza ricostruito, si trovava, alle 14,28, l'utenza in uso al B., dopo aver attraversato il centro cittadino, evidentemente per andare a riprendere l'auto lasciata posteggiata la mattina, intorno alle ore (omissis...), dopo l'incontro con il soggetto romano che aveva portato, a lui e ai suoi complici, gli scooter.

    L'auto, una Fiat 500 tg. (omissis...) di proprietà della C.S., veniva così recuperata e la ditta fiorentina si occupava di ottenere il duplicato della chiave che, come risulta dal verbale di perquisizione e sequestro operato in danno del S. al momento del suo fermo di npg, si trovava in disponibilità dello stesso.

    Il quadro era dunque a questo punto completo: gli imputati si erano spostati da Napoli e Firenze, passando per Roma, con la Fiat 500 tg. (omissis...) di proprietà della madre del B., C.S., parcheggiandola nel viale (omissis...) da dove, stante l'avvenuto fermo del S., non avevano potuto riprenderla, tornando a Napoli con altri mezzi e provvedendo, successivamente, a recuperarla; significativo dell'utilizzo congiunto di detto veicolo da parte degli imputati è il controllo, riportato in atti, effettuato a Napoli dell'A. a bordo della Fiat 500 tg. (omissis...) predetto nell'occasione condotta dal B..

    A ridosso dell'udienza fissata per la discussione del giudizio abbreviato gli imputati B. ed A., che in sede di interrogatorio di garanzia si erano avvalsi della facoltà di non rispondere, hanno inviato due lettere manoscritte con le quali il primo dichiarava "intendo confessare la mia colpevolezza per quanto mi viene contestato ed inoltre ìndico alla S. V. che l'arma utilizzata si trova al di sopra della ruota anteriore nei pressi della pedana dei piedi del motociclo SH sequestrato" (missiva 1.12.2014 B.); il secondo dichiarava "tra un mese sarò giudicato da lei per rapina che io ammetto di averla commessa... voglio chieder scusa alla Corte ed alla persona offesa" (missiva A. spedita dalla casa circondariale il 19.12.2014).

    La valutazione complessiva delle suindicate risultanze dimostra, oltre ogni ragionevole dubbio ed in termini di certezza, la penale responsabilità degli imputati per il concorso nella rapina pluriaggravata.

    I tre, infatti, in modo organizzato, pianificato, professionale, si sono spostati da Napoli con una macchina e due scooter, intestati ad un terzo soggetto N., mettendosi alla ricerca di un ben determinato target di automobilista, individuato in base alla tipologia di autovettura condotta (Suv di lusso), per rapinarlo dell'orologio, nel caso che occupa un Rolex di significativo valore, verosimilmente riproponendosi un secondo "colpo", non realizzato soltanto per l'intervento delle forze dell'ordine già allertte e sulle loro tracce.

    Parimenti sussiste, nei confronti del S., il delitto di resistenza a pubblico ufficiale; invero la rocambolesca fuga del S. con lo scooter sui marciapiedi, in contromano, ponendo a rischio l'incolumità dei passanti e delle forze dell'ordine, è condotta che integra gli estremi del delitto di cui all'articolo 337 c.p. (giurisprudenza costante; cfr. di recente, cass. pen., Sez. F. (omissis...). n. 40, secondo la quale "In tema di resistenza a pubblico ufficiale, integra l'elemento materiale della violenza la condotta del soggetto che si dia alla fuga, alla guida di una autovettura, non limitandosi a cercare di sottrarsi all'inseguimento, ma ponendo deliberatamente in pericolo, con una condotta di guida obiettivamente pericolosa, l'incolumità personale degli agenti inseguitori o degli altri utenti della strada").

    Le modalità della condotta, l'abilità dimostrata nel girare per le vie di Firenze, l'utilizzo di un'arma giocattolo priva di tappo rosso, dunque con piena potenzialità intimidatoria, la rapidità dell'azione, la perfetta pianificazione dell'intera giornata che, all'evidenza, avrebbe previsto dopo il rientro a Napoli con l'auto Fiat 500, il recupero degli scooter da parte dello stesso trasportatore che li aveva trasferiti a Firenze, sono elementi di pieno ed assoluto allarme sociale che si accompagnano alla capacità a delinquere degli imputati, desunta in principalità dai loro precedenti penali.

    La tardiva confessione, resa stragiudizialmente, fuori da ogni forma di contraddittorio, in assenza di risarcimento del danno alla persona offesa, di qualsivoglia indicazione della destinazione dell'orologio rapinato e dei fiancheggiatori intervenuti nella vicenda, non consente affatto di apprezzare una resipiscenza ed un distacco serio e reale degli imputati dal contesto criminale di riferimento.

    S. annovera una condanna per detenzione illecita di sostanze stupefacenti ed altra per ricettazione, entrambe a pena sospesa.

    A. ha riportato condanne per rapine (una consumata ed un tenata), evasione, resistenza a pubblico ufficiale

    B. annovera condanne per rapina continuata in concorso e violazione delle norme di contrasto alle violenze nelle competizioni sportive.

    Dunque si tratta di imputati adusi alla commissione di delitti, che con un dolo di proposito consolidato hanno portato a compimento il delitto come sopra ricostruito e che, senza il pronto intervento delle forze dell'ordine, avrebbero consumato un ulteriore analogo reato.

    Va pertanto affermata la penale responsabilità dei predetti ai quali, per le considerazioni esposte, non sono certamente concedibili le invocate circostanze attenuanti generiche.

    Al contrario nei confronti degli stessi deve ritenersi correttamente contestata, sussistente ed applicabile la recidiva reiterata: le modalità della condotta delittuosa, commesso a 500 chilometri dal luogo di residenza, attraverso un'organizzazione completa e ponderata sono infatti indicative dell'esser gli imputati recidivi, dunque adusi alla commissione di delitti.

    Valutati i parametri di cui all'articolo 133 c.p., unificati di delitti contestati al S. dal vincolo della continuazione, per l'unitario ed iniziale disegno criminoso che li ha accomunati, si stima equa, con l'aumento per la recidiva e la diminuzione per il rito, la pena di anni 5 di reclusione e € 2.000 di multa per B. e A. e di anni 5 e mesi 2 di reclusione e € 2.100 di multa per S., così determinata:

    - pena base per tutti gli imputati anni 5 di reclusione e € 2.000 di multa (individuata in misura leggermente superiore al minimo fissato dall'aggravante ad effetto speciale di cui al terzo comma dell'articolo 628 c.p. in considerazione della particolare gravità del reato e della capacità a delinquere palesata);

    - aumento della metà per la recidiva ad anni 7 e mesi sei di reclusione e € 3.000 di multa;

    - ulteriore aumento, per il solo S., per la continuazione con la resistenza, ad anni 7 e mesi 9 di reclusione e € 3.150 di multa;

    - ridotta per il rito per B. e A. ad anni 5 di reclusione e € 2.000 di multa;

    per S. ad anni 5 e mesi 2 di reclusione e € 2.100 di multa.

    Seguono, per legge, le pene accessorie indicate in dispositivo e la condanna al pagamento delle spese processuali e di custodia cautelare in carcere.

    Va disposta, nei confronti del S., la revoca di diritto del beneficio della sospensione condizionale della esecuzione della pena concesso a S.D. con le sentenze 3.3.2011 Gup Napoli, irrevocabile il 7.3.2012 e 12.3.2012 Gup minorenni Napoli, irrevocabile il 27.4.2012.

    Va infine disposta la confisca e la distruzione della pistola giocattolo semiautomatica marca "New Police" calibro 8, priva di tappo rosso, la punta da trapano ed i due caschi sequestrati; la confisca dello scooter Honda SH 300 tg (omissis...) e dello scooter KIMKO tg (omissis...), telaio (omissis...) in sequestro e la loro vendita, nelle forme di legge; il dissequestro e la restituzione all'avente diritto, previo pagamento delle spese di custodia, dell'autoveicolo Fiat tg (omissis...); il dissequestro dei due certificati di garanzia Rolex, disponendo la loro trasmissione alla sede centrale di Milano della azienda Rolex, per l'inoltro ai legittimi detentori degli orologi, ove rintracciabili, diversamente trattenendo gli stessi presso il loro archivio, delegando per l'esecuzione di quanto sopra disposto la Squadra mobile della Questura di Firenze.
    PQM
    P.Q.M.

    Il giudice, dottor Matteo Zanobini,

    decidendo all'esito del giudizio abbreviato, letti ed applicati gli artt. 438 e ss.,533 e 535 c.p.p. dichiara S.D., A.G. e B.G. colpevoli dei reati loro ascritti, unificati dal vincolo della continuazione per S. e, con l'aumento per la recidiva e la diminuzione per il rito condanna A.G. e B.G. alla pena di anni 5 di reclusione e € 2.000 di multa ciascuno, S. alla pena di anni 5 e mesi 2 di reclusione e € 2.100 di multa.

    Condanna gli imputati al pagamento delle spese processuali e ciascuno a quelle di custodia cautelare in carcere.

    Visti gli artt. 28 e ss. c.p. dichiara S.D., A.G. e B.G. interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e legalmente interdetti durante l'esecuzione della pena

    Visto l'articolo 168 comma 1 n. 1 c.p. revoca il beneficio della sospensione condizionale della esecuzione della pena concesso a S.D. con le sentenze 3.3.2011 Gup Napoli, irrevocabile il 7.3.2012 e 12.3.2012 Gup minorenni Napoli, irrevocabile il 27.4.2012.

    Visto l'articolo 240 c.p. ordina: la confisca e la distruzione della pistola giocattolo semiautomatica marca "New Police" calibro 8, priva di tappo rosso, la punta da trapano ed i due caschi sequestrati; la confisca dello scooter Honda SH 300 tg (omissis...) e dello scooter KIMKO tg (omissis...), telaio (omissis...) in sequestro e la loro vendita, nelle forme di legge; il dissequestro e la restituzione all'avente diritto, previo pagamento delle spese di custodia, dell'autoveicolo Fiat tg (omissis...); il dissequestro dei due certificati di garanzia Rolex, disponendo la loro trasmissione alla sede centrale di Milano della azienda Rolex, per l'inoltro ai legittimi detentori degli orologi, ove rintracciabili, diversamente trattenendo gli stessi presso il loro archivio, delegando per l'esecuzione di quanto sopra disposto la Squadra mobile della Questura di Firenze.

    Visto l'articolo 544 comma 3 c.p.p. riserva in 30 giorni il termine per il deposito della motivazione della sentenza.

    Così deciso in Firenze, il 15 gennaio 2015.

    Depositata in Cancelleria il 21 gennaio 2015.
Avv. Antonino Sugamele

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