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Carceri italiane: nel 2012 un numero impressionante di tentativi di suicidi: 1.308 e atti di autolesionismo 7.317.
Carceri italiane: nel 2012 un numero impressionante di tentativi di suicidi: 1.308 e atti di autolesionismo 7.317.
DAL SAPPE:
''Al di là delle chiacchiere e delle dichiarazioni di intenti, la situazione penitenziaria resta ad alta tensione e questa dirigenza dell'Amministrazione Penitenziaria, a guida Giovanni Tamburino e Luigi Pagano, sembra non rendersi conto della gravità delle cose. Gli stessi dati recentemente elaborati dall'Amministrazione Penitenziaria e relativi agli eventi critici accaduti nelle carceri italiane nel corso dell'anno 2012 dovrebbero fare seriamente riflettere sulle evidenti problematiche del sistema, rispetto alle quali è assolutamente necessario una riforma organica e strutturale e non soluzioni fantasiose come la vigilanza dinamica e l'autogestione dei detenuti'', dice Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.

Il ''Nel 2012, nelle sovraffollate carceri italiane, i detenuti hanno posto in essere 7.317 atti di autolesionismo e 1.308 tentativi di suicidio. Le morti per cause naturali in carcere sono state 97 e 56 i suicidi (36 di italiani e 20 di stranieri). 4.651 sono stati le colluttazioni e 1.023 i ferimenti. Sono state 14 le evasioni e 55 i detenuti che non sono rientrati in carcere dopo aver fruito di permessi di necessità e di permessi premio. Oltre 1.500, infine -continua il Sappe - le manifestazioni di protesta collettive sulla situazione di sovraffollamento delle carceri e sulle critiche condizioni intramurarie che si sono tenute nel 2012''.

Il Sappe torna quindi a proporre con urgenza ''un nuovo ruolo per l'esecuzione della pena in Italia, che preveda circuiti penitenziari differenziati ed un maggiore ricorso alle misure alternative'' e sottolinea ''l'importante ruolo svolto quotidiano dai Baschi Azzurri del Corpo: la Polizia Penitenziaria, negli oltre 200 penitenziari italiani, è formata da persone che nonostante l'insostenibile, pericoloso e stressante sovraffollamento credono nel proprio lavoro, che hanno valori radicati e un forte senso d'identità e d'orgoglio, e che ogni giorno in carcere fanno tutto quanto è nelle loro umane possibilità per gestire gli eventi critici che si verificano quotidianamente, soprattutto sventando centinaia e centinaia suicidi di detenuti''.
Avv. Antonino Sugamele

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