Sentenza

La mancata convalida dell'arrestato a seguito dell'escussione della persona offesa, seppur viola le norme procedimentali, non è abnorme.

Cass. pen., Sez. II, ud. 15 novembre 2012 - dep. 26 novembre 2012, n. 45909



Il provvedimento di mancata convalida dell'arresto adottato dal Tribunale dopo aver effettuato l'esame della persona offesa, decidendo proprio sull'esito di tali dichiarazioni, nonostante in palese violazione della normativa che disciplina l'arresto in flagranza di reato e la relativa procedura di convalida, non è abnorme, poiché, seppure emesso in violazione di legge, è comunque impugnabile con ricorso per cassazione a norma dell'art. 391, comma quarto, c.p.p. (come nella fattispecie avvenuto). 
E' illegittimo il provvedimento del Tribunale che nel deliberare sulla richiesta di convalida di un arresto, dopo aver sentito la persona offesa e l'ufficiale di P.G. esecutore della misura, ritenga di non convalidare la stessa sulla base delle dichiarazioni della persona offesa, non considerando certa la compartecipazione dell'arrestato all'episodio delittuoso ad esso contestato sotto il profilo del contributo causale dal medesimo arrecato all'azione posta in essere dal coindagato. Tale modo di procedere, invero, si pone in evidente contrasto con le norme che disciplinano l'arresto in flagranza di reato e la relativa procedura di convalida, poiché in tale fase il Giudice è unicamente tenuto a verificare il ragionevole uso dei poteri discrezionali della polizia giudiziaria e, dunque, la sussistenza, con una valutazione ex ante, delle condizioni legittimanti la privazione della libertà personale. L'esposta finalità del giudizio di convalida costituisce, di conseguenza, condizione ostativa all'esercizio del potere giudiziale di acquisizione, ai fini della decisione, di informazioni ulteriori rispetto a quelle risultanti dal verbale di arresto.