Resoconto aggiornato dello stato del sistema penitenziario.Al 31.7.2012 66.009 detenuti nelle carceri italiane.
DETENUTI CON DISABILITA' MOTORIA
Allo stato presso gli istituti di Parma e Bari sono funzionanti reparti idonei ad accogliere
detenuti portatori di gravi disabilità motorie e questa Amministrazione si sta adoperando per
l'apertura degli altri due reparti già ultimati presso gli istituti di Busto Arsizio e Catanzaro.
E' stato altresì avviato un programma di realizzazione di stanze attrezzate e di supporti per il
superamento delle barriere architettoniche in ogni istituto che ne sia privo (in ogni sede una o due
stanze per tipologia di sezione, distinte per uomini e donne) prevedendo fasi distinte di
realizzazione in relazione ai vari circuiti (iniziando dai reparti di Alta Sicurezza), impegnandosi
altresì a promuovere la collaborazione di Regioni e ASL perché sia assicurata l'assistenza ai
detenuti con ridotta capacità motoria al pari delle persone in stato di libertà.
2.2 - DETENUTE MADRI E DIRITTO ALL'AFFETTIVITÀ'
Al 7 febbraio 2012 risultavano ristrette negli istituti penitenziari 52 madri con un totale di 54
figli al seguito.
La legge n. 62/2011, oltre ad introdurre l'art. 21-ter dell'Ordinamento Penitenziario, ha modificato
l'art. Al-quinquies del predetto ordinamento e gli artt. 275,284 e 285 cp.p. prevedendo l'istituzione
delle case famiglia protette e la possibilità, compatibilmente con esigenze cautelari non
eccezionalmente rilevanti, per il giudice di disporre presso tali strutture, ovvero presso gli Istituti a
custodia attenuate (I.C.A.M.), la custodia cautelare o l'espiazione della pena per le donne incinte o
madri con prole sotto i sei anni o per il padre, qualora la madre sia deceduta od assolutamente
impossibilitata ad assisterla.
Al fine di assicurare la tutela degli interessi e dei diritti dei minori, si è sollecitata da un lato
l'individuazione da parte dei Provveditori regionali, anche tramite la stipulazione di convenzioni
con gli Enti locali, di strutture idonee ad essere utilizzate come case protette e dall'altro il
potenziamento del circuito dedicato alle detenute madri (soltanto la CC di Milano S.Vittore dispone
di una sezione idonea che può ospitare da 10 a 12 detenute).
Per favorire i rapporti con la famiglia (comprendendo in essa anche quella allargata e di
fatto), che è componente essenziale del trattamento rieducativo perché spesso alla base dei
4
comportamenti criminali vi è un rapporto familiare problematico, sono favoriti i colloqui con i
familiari.
In Parlamento è stato di recente presentato un disegno di legge in materia di affettività in carcere
che, sulla base anche dell'esperienza di altri ordinamenti e in osservanza delle Raccomandazioni del
Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa agli Stati membri, introduce il riconoscimento del
"diritto all'affettività" con la previsione di visite della durata da sei a ventiquattro ore senza
controlli visivi o auditivi e la concessione di permessi per eventi familiari di particolare rilevanza e
per coltivare specificatamente interessi affettivi.
2.3 - DETENUTI STRANIERI
I detenuti stranieri costituiscono circa il 36% della popolazione detenuta e provengono da
149 Paesi diversi.
Alla data del 31 agosto 2012 (ali. 2Cbis) i detenuti stranieri presenti in carcere erano 23.773.
Di questi, 12.855 condannati in via definitiva e 10.427 non definitivi, di cui 5.184 in attesa di primo
giudizio, 3.156 appellanti, 2.087 ricorrenti e 281 con posizione giuridica mista (al numero
complessivo degli stranieri presenti nelle strutture penitenziarie si giunge aggiungendo il numero
dei 176 internati).
Se si osservano i dati numerici di incremento della popolazione detenuta negli ultimi
quindici anni e, parallelamente, si ha riguardo alla crescita degli stranieri detenuti, è possibile
giungere alla conclusione che la crescita assoluta della popolazione detenuta corrisponde in
massima parte ali'incremento della presenza di stranieri nelle carceri (quasi il 50% del numero
complessivo di detenuti).
Esaminando il dato relativo alla permanenza brevissima (entro i tre giorni), evidentemente
all'esito del giudizio direttissimo, dei detenuti stranieri che fanno ingresso da libertà perché colpiti
da custodia cautelare, in proporzione il dato è più allarmante rispetto a quello dei detenuti italiani
(ali. 3): dal gennaio all'agosto 2012 hanno fatto ingresso in carcere 15.812 stranieri, 2.944 dei quali
hanno lasciato il carcere entro 3 giorni.
Le difficoltà di gestione dei nuovi giunti e in generale di trattamento, per le differenze di
lingua e cultura, sono state affrontate con la stipula di convenzioni con gruppi di mediazione
culturale, la traduzione delle norme dell'ordinamento penitenziario nelle lingue di maggiore
diffusione tra i cittadini stranieri detenuti, la possibilità di partecipare ai riti di culto religioso
diverso da quello cattolico, il rispetto delle abitudini alimentari, le agevolazioni nei colloqui
telefonici con i parenti.
Con riferimento agli arrestati stranieri si deve constatare come la disposizione contenuta nell'arti5
1.30 luglio 2002 n.189, che prevede, nella prima parte, la possibilità da parte del giudice di applicare
la sanzione sostitutiva dell'espulsione quando la pena detentiva non supera i due anni e non può
essere sospesa, non abbia prodotto gli effetti sperati. Ma neppure ha prodotto risultati consistenti il
meccanismo dell'espulsione amministrativa, disciplinata dall'art.12 lett. a) della stessa legge, che
pure prevede, in astratto, l'allontanamento degli stranieri liberi ma sottoposti a procedimento penale.
L'ari. 12 alla lett. b) prevede altresì che il giudice debba obbligatoriamente pronunciarsi sulla
possibilità di procedere alla espulsione amministrativa già in sede di convalida dell'arresto o del
fermo e debba concedere il nulla osta se non sussistono inderogabili esigenze attinenti alle indagini
ove non applichi la custodia in carcere. Questa disciplina consente, dunque, l'espulsione, sia pure
attuata mediante provvedimento amministrativo, di un soggetto sottoposto a procedimento penale
previo nulla osta del giudice.
L'operatività limitata di questi strumenti produce dirette conseguenze sul carcere perche sono
numerosi i detenuti stranieri non espulsi che dopo essere stati identificati, fanno ingresso in carcere
per scontare la pena.
3. - SANITÀ' E CHIUSURA DEGLI OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI
Con l'entrata in vigore del DPCM 1.4.2008 le funzioni sanitarie all'interno degli istituti di pena
sono trasferite al Servizio sanitario nazionale e, in osservanza delle linee di indirizzo per
l'attuazione del transito, è stato costituito un Tavolo di consultazione permanente (ali. A del
decreto) con il compito di garantire Puniformità degli interventi e monitorare l'attuazione del
riordino. Per l'attuazione delle linee guida è stato istituito il Comitato paritetico interistituzionale
(ari. 5 co. 2) con il compilo di curare gli interventi relativi agli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e
alle Case di Cura e Custodia.
A decorrere dal 31 marzo 2013 le misure di sicurezza del ricovero in ospedale
psichiatrico giudiziario e dell'assegnazione a casa di cura e custodia saranno eseguite
esclusivamente all'interno delle strutture di cui al comma 2 art. ter d.l. 22.12.2011 n. 211
(convcrtito dalla 1.17.2.2012 n.9) i cui requisiti di sicurezza, strutturali, tecnologici e organizzativi,
sono in corso di definizione (il testo del relativo decreto interministeriale è in corso di approvazione
e nella seduta del 25 luglio 2012 la Conferenza Unificata ha raggiunto l'intesa sullo schema di
decreto).
Come emerge dall'esame dei dati (ali.7, 7A, 7B. 7C) relativi ai soggetti ivi attualmente internati,
l'imminente chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG) e delle Case di Cura e Custodia
comporterà il trasferimento di circa 1.000 soggetti cui sono applicate le relative misure di sicurezza.
Soltanto parte di essi però saranno trasferiti nelle nuove strutture perche, grazie al potenziamento
dell'assistenza psichiatrica sul territorio, un numero consistente di pazienti e comunque i soggetti
meno pericolosi saranno presi in carico, sul territorio, dai Dipartimenti di Salute mentale.
Questa Amministrazione, in osservanza dell'Accordo sancito il 13 ottobre 2011 dalla
Conferenza Unificata Stato-Regioni, anche per deflazionare gli OPG, ha sollecitato ai
Provveditorati findividuazione degli istituti all'interno dei quali potranno essere realizzati, in
collaborazione con le ASL, reparti o sezioni adeguali perché sia assicurata la più ampia cura ed
assistenza psichiatrica all'interno degli istituti ordinari (sono già attive le sezioni all'interno degli
istituti di Torino, Monza, Firenze Sollicciano, Livorno, Roma Rebibbia, Napoli, Reggio Calabria,
Pozzuoli, Verona e Piacenza).
L'Istituto Superiore di Sludi Penitenziari, al fine di dare completa attuazione alla riforma, ha
predisposto un progetto formativo indirizzato anche al personale sanitario che opererà presso le
nuove strutture, al fine di consentire la conoscenza dei profili amministrativi, giuridici e di
sorveglianza connessi al nuovo servizio.
4. - MISURE ALTERNATIVE e DETENZIONE DOMICILIARE ex 1.199/2010
Per quanto riguarda i dati relativi alle misure alternative (ali. 4), da gennaio a luglio 2012
risultano complessivamente seguiti mensilmente più di 20.000 casi di condannati che scontano la
pena in misura alternativa al carcere. Essi evidenziano l'andamento da gennaio a luglio 2012 con la
distinzione per singole misure e con l'indicazione dei casi pervenuti, dalla libertà e dal carcere (ali.
4A).
Il numero (ali. 5) dei detenuti che hanno beneficiato dell'esecuzione presso il domicilio delle
pene non superiori a dodici mesi come previsto dalla legge n. 199 del 26.11.2010, poi divenuti
diciotto (7.267 casi dall'entrata in vigore della legge), dal gennaio 2012 è in crescita. Va
sottolineato anche in questo caso il numero di detenuti provenienti dallo stato di libertà (ali. 4B) che
ulteriormente incide in modo positivo come fattore riducente il sovraffollamento del sistema (1792
casi dall'entrata in vigore della legge).
Sicuramente significativi sono i dati relativi alle revoche delle misure concesse ed in
particolare della detenzione domiciliare ex 1. 199/2010 (ali. 4C e 4D), dai quali emerge che nel
primo semestre di quest'anno la percentuale di revoche (per andamento negativo, commissione di
altri reati, evasione...) è pari al 4,41%. Dal dato si desume quindi che il percorso incide fortemente
sul recupero.
Il dato relativo alle revoche della detersione domiciliare ex art. 199/2010, anche se esprime
comunque una proporzione del tutto trascurabile e ciò a conferma dell'importanza del
mantenimento del condannato nella comunità, è superiore (8,58%) e questo si può spiegare per il
fatto che, nella sussistenza dei presupposti previsti dalla legge, l'applicazione del beneficio è
immediato, mentre la concessione della misura alternativa con la presa in carico dell'ufficio di
esecuzione penale esterna avviene all'esito di un procedimento nel corso del quale la personalità del
detenuto viene attentamente valutata.
Occorre dire in proposito che proprio la prognosi favorevole in ordine al futuro comportamento del
detenuto consente la concessione delle predette misure e di questo occorre tenere conto nel
comparare i dati menzionati con quelli relativi alla percentuale di detenuti che hanno subito oltre
quattro carcerazioni precedenti (al 31.12.2010 il 64,3% dei detenuti italiani e il 36,1% dei detenuti
stranieri), che si riferiscono alla popolazione carceraria nel suo complesso.
5. - LAVORO DEI DETENUTI
II lavoro, che in generale ha un ruolo fondamentale nell'esistenza libera e dignitosa di ogni
cittadino, in ambito penitenziario, come previsto dall'Ordinamento Penitenziario, è elemento
fondamentale del trattamento e strumento privilegiato di reinserimento sociale.
Il lavoro svolto alle dipendenze dell'Amministrazione Penitenziaria ha ad oggetto perlopiù i
cosiddetti lavori domestici e, in alcune realtà, lavorazioni industriali gestite direttamente dagli
istituti penitenziari per le esigenze di casermaggio e di arredo degli stessi.
Nel corso dell'anno 2011 l'Amministrazione Penitenziaria si è impegnata, con le risorse a
disposizione, per razionalizzare le attività delle strutture produttive presenti all'interno degli istituti
penitenziari (falegnamerie tessitorie, tipografie, ecc), tenuto conto delle risorse a disposizione e del
budget assegnato per la remunerazione dei detenuti lavoranti che negli ultimi due anni si è ridotto di
oltre il 71% (11.000.000,00 di euro nel 2010, 9.336.355,00 euro nel 2011 e soltanto 3.168.177 euro
nel 2012).
Malgrado le numerose commesse concesse per la realizzazione delle suppellettili necessarie
all'arredamento delle nuove sezioni detentive di cui si è detto più sopra (letti, armadietti, sedie,
coperte ecc.) non è stato possibile mantenere la stessa forza lavoro e i dati mostrano che è
diminuito il numero totale dei detenuti lavoranti.
Il budget largamente insufficiente ha condizionato anche le attività lavorative necessarie per la
gestione quotidiana dell'istituto penitenziario (servizi di pulizia, cucina, manutenzione ordinaria del
fabbricato, ecc.) incidendo negativamente sulla qualità della vita all'interno dei penitenziari.
Gli istituti penitenziari e i Provveditorati Regionali sono stati sensibilizzati ad incentivare
i contatti con il territorio, ponendo particolare attenzione alle realtà imprenditoriali locali, al fine di
valutare la possibilità di offrire in gestione a terzi le lavorazioni interne.
In proposito deve essere segnalato l'impianto di riciclo di rifiuti gestito dalla cooperativa
"Secondigliano recupero": vetro, carta, plastica e altri materiali da imballaggio vengono portati
all'interno dell'istituto di Napoli Secondigliano, selezionati, trattati recuperati e venduti a fabbriche
specializzate nella rigenerazione, tornando ad acquisire un valore commerciale. E' stata inoltre
concesso alla cooperativa "Secondigliano rifiuti" l'uso di un terreno di circa 2.500 mq all'interno
dell'istituto, da impiegare per la installazione dell'impianto per la lavorazione dei rifiuti ove, dopo
aver seguito un corso di formazione, lavorano già quindici detenuti. Oltre a trattare i rifiuti
"interni", la "Secondigliano recuperi" opererà nel territorio urbano, offrendo un contributo al
superamento del problema dello smaltimento dei rifiuti e offrendo opportunità lavorative stabili al
termine della pena.
All'interno del carcere di Bologna dal dicembre 2010 un'attività di sartoria coordinata dalla
coop. sociale "Siamo Qua" e il progetto "Gomito a gomito". Abiti e borse, sporte e grembiuli, i
prodotti sartoriali realizzati dalle donne detenute, sono di ottima qualità e vengono distribuiti
attraverso banchetti organizzati dai volontari.
L'Atelier Impronte della sezione femminile di Bollate produce accessori per l'abbigliamento,
piccoli complementi d'arredo e altri manufatti artigianali e artistici di alta qualità nel campo della
tessitura e del riciclo artistico con materiali provenienti da donazioni di aziende e privati.
Nel sito dell'amministrazione www.aiustizia.it sono fornite informazioni per l'acquisto on line
dei prodotti realizzati nelle carceri.
Una decurtazione di bilancio ha riguardato anche il capitolo che "Finanzia" il lavoro
penitenziario nelle colonie e nei lenimenti agricoli (7.978.302,00 euro nel 2010, 5.400.000,00 euro
nel 2011. e soltanto 1.200.000 euro nel 2012), ed è in pericolo la stessa sopravvivenza delle colonie
agricole nonché lo sviluppo di progettualità già in corso presso diversi tenimenti agricoli di istituti
penitenziali.
Si tratta di attività di eccellenza che spaziano dall'orticoltura biologica alla frutticoltura in
serra, dall'allevamento dei conigli alla floricoltura, all'itticoltura e all'apicoltura, ma anche in
questo settore il numero dei detenuti lavoranti è passato dai 359 del 2010 a 268 nel 2011.
Recentemente è stato presentato un progetto di recupero e riqualificazione tramite sviluppo
ecosostenibile dell'isola di Pianosa e questa Amministrazione è impegnata a far sì che esso possa
integrarsi con le attività dei detenuti esistenti sull'isola.
Va fatto cenno alla proposta di revisione dell'ari. 22 dell'Ordinamento Penitenziario che
attualmente prevede che il lavoro alle dipendenze dell'Amministrazione sia retribuito in misura non
inferiore ai 2/3 del trattamento previsto nei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro. La proporzione
non è più adeguata e ha determinato un proliferare di vertenze di lavoro.
5.1 - LEGGE 193/2000 ed. "SMURAGLIA"
Per quanto riguarda i detenuti che lavorano alle dipendenze di soggetti terzi sia
all'interno delle strutture detentive che all'esterno (per i detenuti ammessi al lavoro esterno, alla
semilibertà o comunque in misura alternativa), la legge n. 193/2000 (ed. Smuraglia) prevede sgravi
contributivi e fiscali per le imprese o cooperative che li assumono.
La legge prevede sgravi contributivi e fiscali per le cooperative e/o le imprese che assumono
detenuti (lavorazioni all'interno degli istituti penitenziari) anche ammessi al lavoro all'esterno (art.
21 O.P.) sino alla concorrenza di circa € 4.600.000.
I decreti attuativi fissano, per l'esattezza il limite di € 2.582.000 per le agevolazioni contributive
(riduzione dell'80% della contribuzione per l'assicurazione obbligatoria previdenziale ed
assistenziale dovuta dal datore di lavoro per ogni detenuto assunto. Parte di competenza dell'INPS)
e di € 2.065.000 per i benefici fiscali (credito d'imposta a favore del datore di lavoro di 516 euro al
mese per ogni detenuto assunto. Parte di competenza dell'Agenzia delle Entrate).
L'Amministrazione Penitenziaria, con i fondi assegnati, ripiana le mancate entrate di 1NPS e
Agenzia delle Entrate per l'applicazione della legge.
Per controllare il rispetto dei limiti dì spesa, questa amministrazione effettua un
monitoraggio del numero di detenuti assunti ai sensi della Legge 193/2000.
Nel corso del 2011, ben 1188 detenuti sono stati assunti da cooperative ed imprese fruendo dei
benefici previsti dalla legge (ali. 8): 955 di essi hanno prestato la loro opera all'interno degli istituti,
8
204 all'esterno presso le cooperative o aziende ai sensi dell'art. 21 O.P. (423 di essi in regime di
tuli lime, 512 part time e 253 a domicilio) e 29 hanno continuato a prestare la loro opera nel
semestre successivo alla cessazione dello stato di detenzione (come previsto dall'ultimo capoverso
dell'ari 1 della legge).
Il budget dall'anno 2000 non è mai stato adegualo e dopo essere passati dai 644 detenuti
assunti nell'anno 2003 ai 1342 nel 2010, a dieci anni dall'entrata in vigore della legge e di iniziative
di eccellenza, già dal 2011 nessun nuovo rapporto di lavoro è stato instaurato e in alcuni casi si è
stati costretti a interrompere rapporti di lavoro esistenti, non avendo le aziende rinunciato agli
sgravi fiscali e contributivi.
Soltanto recentemente (il 17 agosto 2012) è stato costituito un tavolo tecnico finalizzato alla
predisposizione di un "Regolamento recante sgravi fiscali alle imprese che assumono i lavoratori
detenuti" attraverso il quale si potrà cercare di riavviare gli incentivi che in modo tanto efficace
hanno consentito la realizzazione di concreti processi di reinserimento sociale e ricadute certamente
consistenti in termini di incidenza sulla recidiva.
5.2 - PROGETTI APPROVATI DALLA CASSA DELLE AMMENDE
Nel periodo da gennaio a maggio del 2012 il Consiglio di Amministrazione della Cassa delle
Ammende ha finanziato con l'importo di 1.422.070,13 euro 22 progetti di edilizia penitenziaria
finalizzati al miglioramento delle condizioni carcerarie, con l'importo di 5.496.524,50 euro 26
programmi di reinserimento in favore di detenuti e internali e con l'importo di 1.134.068,78 euro 11
progetti di "sostegno al reddito" (Ali.6).
Fra le entrate che concorrono a costituire il conto patrimoniale della Cassa delle Ammende, vi
sono, oltre alle sanzioni pecuniarie ed altre sanzioni connesse al processo, i proventi delle
manifatture carcerarie, e sotto questo profilo assume particolare rilievo il numero considerevole di
progetti finanziati. E' intendimento dell'Amministrazione continuare a garantire piena trasparenza
nella gestione dei fondi anche mediante la adozione di critcri oggettivi nella scelta del
finanziamento dei singoli progetti.
Tra i progetti finanziati:
Galeghiotto, il marchio dei prodotti del Progetto COLONIA delle colonie agricole di Isili, Mamone
e Is Arenas che produce formaggio, olio e miele provenienti dagli oltre 23 ettari di terra coltivati
nelle tre colonie;
l'azienda agricola di Rebibbia, due ettari di terreno all'interno dell'istituto femminile, che ospita
galline ovaiole, pecore sarde il cui latte è utilizzato per realizzare il formaggio, conigli, polli e
tacchini mentre negli orti, rigorosamente biologici, si trovano le produzioni stagionali ed ogni
genere di pianta aromatica;
a Volterra la sartoria per i costumi di scena della compagnia teatrale
5.3 - LAVORO DI COMUNE UTILITÀ'
II 20 giugno 2012 è stato stipulato un Protocollo d'intesa con l'Associazione Nazionale Comuni
d'Italia (A.N.C.I.) al fine di incrementare la percentuale di detenuti lavoranti (ridotta al 20,87% al
31 dicembre 2011) e promuovere il lavoro dei detenuti in favore della comunità locale.
Il protocollo, attraverso l'azione dell'Associazione che potrà agevolare la conoscenza
immediata di fabbisogno di attività utili alla comunità a livello locale, si propone il risultato di
accrescere le opportunità lavorative in favore della popolazione detenuta.
Mediante la stipulazioni di accordi tra i Comuni, i Provveditorati e gli Istituti penitenziari, i
detenuti saranno impiegati in attività in favore delle comunità locali, a cominciare da quei settori in
cui, pur in presenza di un fabbisogno di manodopera, non vi è sufficiente domanda di lavoro, senza
trascurare le attività formative per lavori di artigiana!© a rischio di estinzione.
6. - CARENZA DI PERSONALE
E' impegno di questa Amministrazione ridurre il numero del personale di polizia penitenziaria
che, per sopperire alle carenze di pianta organica, è adibito a compiti propri del personale
amministrativo, in tal senso si sta già attivamente operando mediante la predisposizione delle piante
organiche, sino ad ora inesistenti, degli Uffici centrali del DAP e delle Scuole di formazione, che
comporterà una riduzione del personale di Polizia Penitenziaria impiegato (595 unità) e,
conscguentemente, la progressiva restituzione agli istituti del personale che risulterà eccedente.
Nel corso del 2011 si è provveduto altresì ad assegnare 52 direttori di istituto nelle sedi vacanti. Al
4 settembre 2012 34 istituti sono ancora privi di direttore, ma 22 delle predetti sedi sono in procinto
di essere "declassate" e quindi sono soltanto 12 le sedi prive di direttore.
Con riferimento al personale di polizia penitenziaria neoassunto (997 agenti), esso non
consente di coprire la pianta organica di 45.121 (solo 39.225 le presenze).
Come previsto dalla lettera circolare del 16.7.2012 (GDAP 266119), l'Amministrazione, sulla
scia del progetto realizzato in collaborazione con l'Università La Sapienza di Roma negli anni
2009-2010, curerà l'inserimento assistito nel ruolo che già in passato ha contribuito a ridurre il
rischio di bum out del personale.
7. - ATTIVITÀ1 TRATTAMENTALI E MONDO ESTERNO
Per il perseguimento delle sue finalità r Amministrazione non può in alcun modo prescindere dalla
proficua collaborazione con le istituzioni, la Scuola, il settore produttivo (favorendo la
responsabilità sociale di impresa), il mondo della cultura, del Volontariato.
Del resto l'art. 27 della Costituzione, nel sancire che le pene devono tendere alla rieducazione del
condannato, non si rivolge soltanto all'Amministrazione penitenziaria ma a tutte le istituzioni e alla
comunità civile, nelle sue molteplici espressioni, ciascuno per le proprie competenze ma in modo
integrato.
Una rete di interventi su tutto il territorio e la diffusa sensibilizzazione della collettività alle
tematiche della legalità devono sostenere e accompagnare il detenuto nei percorsi di reinserimcnto.
II 18 marzo 2008 è stato firmato il Patto di inclusione sociale tra l'Amministrazione della Giustizia,
Regioni, Province, Comuni, Enti locali. Volontariato e terzo settore che sancisce la cooperazione tra
i diversi livelli istituzionali e contiene le Linee guida per realizzare concreti percorsi di
reinserimento sociale per le persone in esecuzione penale.
Il 27 aprile 2011 è stato stipulato l'Accordo Interregionale Transnazionale nell'intento di
raggiungere gli obiettivi europei sull'occupazione e l'inclusione sociale delle persone svantaggiate
per rafforzare le politiche di inserimento sociale, formativo e lavorativo delle persone sottoposte a
misure restrittive della libertà personale.
Uno degli obiettivi principali dell'accordo è quello di garantire un flusso informativo costante al
fine di mettere in comune le esperienze realizzate e di trame indicazione per impostare interventi
futuri e trasformare le singole esperienze in "sistema".
Soltanto pochi giorni fa il Ministro della Giustizia e il Presidente della Provincia autonoma di
Trento e la Regione autonoma del Trentino Alto-Adige, hanno sottoscritto un protocollo d'intesa sul
trattamento e reinserimento sociale di detenuti, soggetti in esecuzione penale esterna e minori
entrati nel circuito penale che prevede anche forme di assistenza alle famiglie dei detenuti e alle
vittime dei reati. Obiettivo dell'intesa è la realizzazione di un quadro organico di iniziative di
reinserimento sociale e lavorativo, valorizzando anche le opportunità offerte dalla nuova struttura
carceraria di Spini di Gardolo, a Trento.
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7.1 -VOLONTARIATO
L' intervento del volontariato costituisce una insostituibile risorsa per gli istituti penitenziari, e il
suo ruolo di partecipazione qualificata ed indispensabile all'azione trattamentale è riconosciuto e
sancito negli artt. 68 e 120 del Regolamento di Esecuzione (DPR 230/2000), in cui è previsto che
le Direzioni "promuovano la partecipazione della comunità esterna all'azione educativa,
avvalendosi dei contributi di privati cittadini e delle istituzioni o associazioni pubbliche o private".
Le numerose associazioni di volontariato che operano nel nostro Paese, sono sicuramente
l'espressione più evidente di una società civile per la quale i valori della solidarietà, della
partecipazione e della responsabilità sono posti alla base del vivere sociale.
L'attività di volontariato nelle carceri in particolare, un tempo affidata quasi esclusivamente
all'operato dei singoli, ha registrato, negli ultimi anni, un graduale e deciso incremento nelle forme
organizzate ed associate.
Sulla scia delle prime disposizioni di questa Amministrazione (circolare n. 3593/6043 del
09/10/2003), nel corso di questi anni, è proseguita la proficua collaborazione con la Conferenza
Nazionale del Volontariato e non è possibile enumerare le molteplici attività che i 9.825 volontari
svolgono all'interno degli istituti sotto il profilo del sostegno al detenuto o alla sua famiglia, delle
attività sportive, ricreative e culturali, di formazione al lavoro, o religiose (organizzazione della
"giornata a favore dei figli minori dei detenuti" con giocattoli messi gratuitamente a disposizione
dalle società produttrici; l'iniziativa "Liberi di donare"; la campagna "Carceri aperte" sul tema
dei bambini ed il carcere - organizzata a livello europeo dalle associazioni componenti la rete
Eurocips).
7.2 - TEATRO E ATTIVITÀ' CULTURALI
Tra i numerosi progetti in tutta Italia deve essere menzionata l'attività delle numerose compagnie
teatrali operanti all'interno degli Istituti penitenziari tra cui il Progetto, Teatro-in-stabile nella casa
di reclusione di Bollate a Milano, il progetto della Compagnia della Fortezza a Volterra e il progetto
Officina di Teatro sociale Teatro Libero di Rebibbia, la cui attività ha ispirato i fratelli Taviani per
la realizzazione della recente opera cinematografica "Cesare deve morire", vincitore del Festival del
cinema di Berlino;
Al Cinecibo Festival 2011 tenutosi a Paestum il 26 novembre è stato presentato "La lista", filmato
realizzato all'interno dell'ICATT di Eboli con la partecipazione di alcuni detenuti, premiato come
"miglior cortometraggio";
A vincere la settima edizione del "Cort'O Globo Film Festival" - categoria Spazio scuola, andato in
scena tra Angri e Corsara a novembre, è stato il corto di Tumino Giuseppe "A mani libere", che in
2' e 58" ha illustrato la vita delle donne detenute nel carcere di Erma e il loro impegno nella
cooperativa FiloDritto;
il progetto "La memoria si fa scuola - Io viaggio con Giovanni: dai luoghi della memoria ai luoghi del fare e dell'impegno" promosso dalla Fondazione Progetto Legalità in memoria di Paolo Borsellino e delle altre vittime della mafia mediante la diffusione presso le scuole e negli Istituti penitenziari del percorso di legalità (estensione del progetto " I viaggi della legalità);
il concorso LINGUA MADRE destinato sia alle donne straniere che a quelle italiane in una speciale sezione. Le opere selezionate saranno pubblicate in un volume che verrà presentato nell'edizione 2012 del Salone Internazionale del Libro di Torino;
gruppi di lettura gestiti da volontari e insegnanti dei corsi di studio superiori del carcere nel progetto Voltapagina nato nel 2007 e giunto alla sua sesta edizione nella casa di reclusione di Saluzzo, Asti,
Ferrante Aporti in cui gli autori incontrano i detenuti con la partecipazione di familiari e pubblico esterno;
"Gli Angeli della Voce" è il titolo del nuovo progetto che la Casa di reclusione - Icatt di Eboli sta realizzando in collaborazione con l'Unione Italiana Ciechi - Centro del libro Parlato.
Il progetto si propone di presentare ai detenuti del carcere di Eboli una serie di libri fra i quali scegliere letture su cui dibattere e discutere, in qualche caso anche con la presenza dell'autore, ma 11 soprattutto da leggere, dopo un'accurata preparazione, al fine di registrare con l'aiuto di software e personale specializzato messo a disposizione dal Centro del Libro Parlato dell' Unione Italiana Ciechi, una serie di "libri parlati";
numerosi i premi letterari: "Carlo Castelli","Emanuele Casalini", "Goliarda Sapienza".
7.3 -ISTRUZIONE
Gli interventi di istruzione e formazione professionale, inizialmente curati unicamente dal Ministero dell'Istruzione con l'istituzione dapprima delle sezioni di scuola elementare e, successivamente, con l'avvio dei corsi di scuola media inferiore si è completato con i corsi di istruzione secondaria superiore, i corsi di formazione professionale e i corsi universitari, ed è consentito ai soggetti reclusi l'accesso a tutte le opportunità istruttivo/formative disponibili nella società libera.
Numerosi sono i protocolli firmati d'intesa con i Poli Universitari di quasi tutte le Regioni d'Italia e il primo è stato sottoscritto nel 27.7.98 tra il Provveditorato Regionale del Piemonte, il Tribunale di Sorveglianza di Torino e le Facoltà di Scienze Politiche e di Giurisprudenza individuando nella Casa Circondariale di Torino "Le Vallette" il luogo ove attuare il progetto.
8. RISORSE
Va evidenziata la costante riduzione di risorse che ha investito il capitolo di bilancio destinato al finanziamento delle attività trattamentali, compreso il pagamento dei premi di rendimento e dei sussidi scolastici ( da un budget € 3.500.000,00 nell' anno 2005 si è passati ad un budget di € 1,318.126,00 nell'anno 2012).
Sono ormai sempre più numerose le segnalazioni delle Direzioni penitenziarie che lamentano la grave difficoltà nel continuare ad organizzare le iniziative trattamentali a fronte dell'esiguità delle risorse disponibili ed è a rischio anche il pagamento dei premi di rendimento e sussidi scolastici previsti dall'art 45 del D.P.R. 230/2000.
Più in generale a causa dell'attuale crisi economica è diminuito il coinvolgimento dei detenuti nelle attività lavorative e trattamentali e gli ulteriori ed annunciati tagli a personale e risorse comporteranno verosimilmente un ulteriore aggravio della situazione.
IL CAPO DIPARTIMENTO
28-10-2012 14:38
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